Primo dell’anno

Come si può aprire bene il primo dell’anno?

Con semplicità. Una passeggiata al mare, con il sole che scalda, e l’aria che soffia a tratti, invernale come si conviene alla stagione.

il mare semplicemente

L’Etna placida ci guarda e noi la guardiamo, rispettosi. E’ bella la sensazione di non aspettare niente, semplicemente il bisogno di una camminata, in mezzo alle stradine semideserte.

l'etna placida ci guarda

Ci si guarda attorno, ogni tanto ci si scambia qualche parola, e si continua così, fino al punto di (non) ritorno.

Tracce

Piccole tracce sono state quelle sonore, lungo la strada di ritorno di questo primo dell’anno, ovvero

Un’altra traccia è visiva, risale a qualche giorno prima, ancora affondata nel 2017, ma valida e piacevole. E’ la mostra Vivian Maier – Una fotografa ritrovata, presso la Fondazione Puglisi Cosentino, in via Vittorio Emanuele 122, a Catania.

E’ una mostra di fotografia, ma soprattutto una storia straordinaria. Non so se sia quanto avrebbe voluto Vivian Maier, ma è quanto è accaduto. Personalmente sono contento che abbia scattato le sue foto e che in qualche modo siano state messe a disposizione (sebbene a pagamento). Molta vita nelle sue immagini, vita di tutti i giorni, niente di straordinario per come siamo abituati in questi tempi di social(ità), ma straordinarie nella ricchezza di episodi che coglie. Persone, di tutte le età che partecipano alla sua ricerca, e gioco e sperimentazione. Una ricerca fatta di umiltà e disciplina, qualità che apprezzo molto, che vorrei mi appartenesserò più di quanto non sia effettivamente.

Vivian Maier ritrae anche se stessa, ma lo fa non come autocelebrazione, piuttosto come voglia di ricordarsi di sé, una forma di autoaffermazione, quasi un diario visivo che è stato sempre e solo a sua esclusiva disposizione, finché è stata in vita. Io esisto, dice, e me lo dico scattando delle istantanee per (quasi) tutto il tempo della vita.

Consiglio vivamente di andarla a visitare, a farvi una vostra idea. C’è tempo fino al 18 Febbraio 2018, ma non aspetterei così a lungo. Se volete qualche altra foto potete trovarla qui, insieme alle date delle mostre che la riguardano.

vivian maier - una fotografa ritrovata

Un buon primo dell’anno.

Sarebbe necessario impegnarsi per fare di ogni giorno il primo dell’anno.

2 Comment

  1. antonietta says: Rispondi

    …una storia misteriosa e intrigante quella di Vivian, l’avrai letta alla mostra; tutta la vita fu baby sitter trascinandosi appresso bambini e apparecchio fotografico allo stesso modo. Nessuno mai vide una sua foto mentre era in vita, nessuno seppe cosa faceva con quel suo apparecchio; alla sua morte furono scoperti migliaia di rullini intatti così come tutti i pezzetti di carta (biglietti di viaggio, scontrini …) della sua vita da cui non si liberò mai.

    1. lacocio says: Rispondi

      sì, ne ho letto e condivido il tuo pensiero: davvero una storia affascinante, una storia personale, rimasta nel segreto della propria intimità. ci leggo la grandezza che ciascuno si porta dentro, al di là del mostrarsi agli altri.
      grazie per aver ripreso il punto, ne ho approfittato per aggiornare nel post due riferimenti a Vivian (il sito di Wikipedia e quello relativo alla diffusione delle sue foto)
      è un inno a trovare il proprio modo di esprimere ciò che si agita dentro di noi, con noi stessi quale pubblico, l’unico che può dirsi grazie per ogni respiro che riempie i polmoni

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