Io penso…

Io penso che…

bisogna andare piano e darsi il tempo di ascoltare e ascoltarsi. Dopo aver ascoltato, si può pensare eventualmente di parlare, se si ha qualcosa da dire. Pensare, riflettere, eventualmente scrivere prima di parlare, se si ha il tempo. E’ importante ragionare su ciò che si ha da dire, fare un elenco di elementi importanti. Davvero importanti. Se non sono importanti per sé in qualche maniera, perché parlarne?

sia necessario avere qualche spazio e tempo vuoto. Il vuoto crea opportunità, da respiro alla mente e al cuore. Il vuoto crea anche noia e da lì il bisogno di una ricerca, che ci riguardi. Se abbiamo interessi forti, andremo in quella direzione, forse con l’esigenza di andare più a fondo di quanto non si sia fatto. In caso contrario, l’esplorazione ci farà confrontare con qualcosa di nuovo, e potremo chiederci se ci piaccia o meno. Un nuovo incontro con qualcosa o qualcuno. Vuoto per un nuovo inizio.

cucinare sia importante. Qualcuno lo ha sempre fatto per te? Sorprendi quel qualcuno, fosse solo anche per sorprendere te stesso. Mentre si usano le mani, per tagliare, pelare, lavare, la testa molla il colpo e la manualità ci fa riscoprire dal basso la capacità di fare e la fantasia.

leggere apra alla vita. Non leggere sui social, perché sui social la tentazione di dire immediatamente è fortissima e spesso è solo uno scambio in un flusso infinito che scema rapidamente. Leggere da solo, rileggere a voce alta, ripercorrere le parole per capire se qualcosa sia sfuggito. Si scaverà nelle emozioni, nella storia, si metteranno in dubbio le certezze, e tramite quelle si esploreranno pregiudizi. Leggere come atto di rivoluzione.

i figli devono affrontare le responsabilità delle loro azioni. I figli non sono estensione dei genitori. E i genitori devono limitarsi a dare loro esempi. A scuola, non intromettersi, non giudicare i professori davanti a loro, per non sminuirli. Non ci si può attendere che maestre e maestri possano educarli se i genitori sono i primi a non avere fiducia nelle capacità degli insegnanti. Una nota per la classe è una piccola onta, che ciascun bambino deve portarsi addosso a casa, senza consolazione.

2 Comment

  1. Anto ietta says: Rispondi

    Mi piace tutto ciò!

    1. lacocio says: Rispondi

      grazie!
      ogni tanto ho bisogno di mettere giù delle idee in una forma ragionata. anni fa avevo l’abitudine di scrivere su carta, ma il tempo ormai è tiranno e se c’è una cosa che apprezzo del “digitale”, è poter scrivere velocemente con la tastiera. certo, correggi, e quindi tutto sembra naturale, anche dopo la revisione e ti perdi la traccia della revisione, la storia. certo, perdi l’originalità del tuo scrivere, piccolo o grande a seconda di come ti senti e respiri. C’è però maggiore unitarierà e puoi vedere lo scrivere come un piccolo progetto personale. Idee che si fanno corpo.
      buona domenica

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