Usciamo dalla plastica

Di che si tratta

E’ questo il titolo di un articolo comparso di recente su Internazionale (21/27 dicembre 2018 • Numero 1287), traduzione di un articolo comparso su The Guardian e che appunto riguarda un invito a tutti per uscire dalla plastica.

Il titolo originale è The plastic backlash: what’s behind our sudden rage – and will it make a difference? Chi vuole leggere l’articolo in originale, può seguire il link qui o indicato sopra, o ancora ascoltarlo in lingua inglese scaricando il podcast.

Perché è interessante

E’ un articolo interessante che ripercorre la storia dell’adozione della plastica nei consumi di massa. Non si tratta solo di basso costo, ma anche di azioni di lobby che ne hanno difeso l’utilizzo nel tempo ed in particolare hanno spostato lo scomodo problema dello smaltimento verso i consumatori. Oggi la tassa dei rifiuti è legata allo smaltimento degli stessi e una quota parte predominante è appunto costituita dalla plastica. Sorge spontanea la domanda: chi decide che si debba usare la plastica negli imballaggi e nei contenitori in genere? Chi produce appunto, per tenere basso il prezzo di vendita (non è da nascondere anche altri vantaggi della plastica, tra i quali l’essere molto leggera). La tassa dei rifiuti è la quota di costo occulto che viene spostata da chi produce a chi compra.

La plastica, per quanto possa essere riciclata, nel suo riutilizzo non consente di produrre plastica della medesima qualità. Il processo di riciclo degrada il materiale: la qualità diviene più scadente (contrariamente ad esempio a vetro o alluminio) con quindi impieghi via via diversi, fino a quando non sarà possibile più effettuarne alcun riuso. L’unico modo sarebbe quello di realizzare contenitori da riutilizzare in toto così come sono: al momento questa cultura di produzione e riciclo è in Italia piuttosto distante. In molti paesi del nord Europa i contenitori di vetro o alluminio sono oggetto di riciclo virtuoso, dove addirittura si riceve del denaro per ogni elemento restituto.

E noi cosa possiamo fare?

  • Utilizzare bicchieri di vetro, al posto della plastica: a casa, al bar, al ristorante, ovunque si possa. Se proprio si deve usare un bicchiere di plastica, metterci su il proprio nome e usarlo al più a lungo possibile
  • Comprare liquidi in tetrapack o in vetro
  • Non comprare lamette di plastica, eventualmente comprare un rasoio di sicurezza e lamette di metallo
  • Comprare frutta e verdura e altro nelle buste di carta, e riutilizzarle quando possibile
  • Domandarsi, ogni volta che si compra un prodotto al supermercato: posso riutilizzarlo? c’è un prodotto analogo con meno plastica?

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