Perché?

Non c’è coraggio e coscienza,

né troppa consapevolezza,

ciò che siamo, un palazzo di specchi,

un riflesso nel riflesso.

Ho bisogno, anzi tanti,

più di tutti accogliermi,

prendermi per mano,

fino alla battiggia del cuore,

non aver paura,

bagnarmi i piedi, e avanzare,

l’acqua alle ginocchia,

il freddo che stringe i testicoli, è un attimo,

le braccia aperte,

lo sguardo centrato sul filo radente.

Potessi adesso, farei piovere,

il suono della pioggia mi rassicura,

quante carezze battono sul vetro,

con la notte attorno, una silenziosa nenia

di gioventù.

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