Vedersi come storia

Oggi (scrivo che è il 31 gennaio 2021) ero presso una azienda agricola dove acquistiamo le verdure. Si parlava con alcuni presenti di condivisione del proprio vissuto, accennando ad un momento collettivo dove raccontare di sè. L’idea era di coinvolgere anche i giovani: di certo sarebbero stati curiosi di sentire, da persone in carne e ossa, di momenti difficili, paure, obiettivi raggiunti.

Anche i giovani, di fronte a questo, potrebbero incuriosirsi, fare domande. Se si sta insieme, c’è sempre il rischio che qualcosa accada: una piccola scintilla si accende e si intravedono i rispettivi campi di interesse. Sarebbe forse l’occasione per comprendersi più di quanto spesso non si faccia, concentrati come siamo nel nostro quotidiano.

Ragionavo anche io insieme a loro: mi è venuto spontaneo pensare che, se ciascuno di noi si vedesse come storia, e non come eterno presente, potrebbe mettere sempre in relazione il sè delle età vissute, con le pari età che incontra. Si potrebbe meglio comprendere i sentirmenti e le pulsioni che muovono quell’età. Così, appunto, le nostre figlie e figli, non mi appaiono più così lontani: la loro spontaneità, il loro volere tutto, e subito, era anche il nostro. Forse oggi è tutto diverso, ma le spinte di ogni età spesso si somigliano nella intensità ed energia, anche in epoche diverse.

La bellezza dell’esistenza è il percorso che tracciamo, nei suoi alti e bassi, nelle esperienze che vorremo attraversare. Saremo guidati lungo la via, dalle sfumature ed i sentimenti che proveremo.

Foto di Alexander Milo da Unsplash

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