L’esperienza dell’acquisto, ovvero del negozio fisico

il vetraio mi dice, al negozio

Vecchio come il mondo

L’acquisto è un atto vecchio come il mondo. E’ fondato tra chi offre un prodotto/servizio e chi ne ha bisogno, ed il prezzo regola questo atto. La fiducia in colui che vende si basa sul quel primo momento di incontro tra domanda e offerta, ed eventualmente in momenti successivi (ad esempio nel caso il prodotto o il servizio presenti un problema ravvicinato, quindi la gestione della garanzia ed in generale dei servizi di post vendita).

Punto di vendita (o negozio)

Il punto di vendita è dove questo atto si realizza. Il punto vendita tradizionale è il negozio, uno spazio fisico dove chi ha bisogno, si reca e si informa, e se è convinto, acquista. Nel negozio, ci relazioniamo (oggi) con una persona in carne e ossa. Il primo ingresso nel negozio è fondamentale: le capacità della persona che ci si para davanti incidono, nel bene o nel male, in maniera straordinaria sulle possibilità che si proceda o meno all’acquisto.

Da anni, però l’esperienza della vendita è cambiata profondamente con l’avvento di internet, dei computer e soprattutto degli smartphone. Comprare on line ha evidenziato gli apparenti limiti del negozio:

  • gli orari di chiusura
  • la distanza dal dove ci si trova
  • la disponibilità dei beni/servizi ricercati
  • l’attesa nel caso debba essere ordinato

Si compra su internet con l’impressione di avere davanti, finalmente, un luogo dove abbeverarsi. Si può riempire il buco nero del bisogno compulsivo e impellente, con le infinite possibilità offerte dalla rete. Basta un click o un touch e gli occhi pieni di meraviglia, da non credere che in un battito di ciglia stia la risposta all’umano desiderio. La rete accetta tutti, democraticamente, e dona la felicità. Niente complicazioni, solo proposte. Colorate e ammiccanti sono le immagini che sfavillano e solleticano l’immaginario imperfetto che ci appartiene. E qualcuno promette e mantiene una logistica impeccabile, tempi di consegna da brivido, rapidi come un orgasmo da manuale.

Il vetraio mi dice

Le cose non stanno proprio così.

Abbiamo recuperato uno specchio da un bagno, uno specchio piuttosto grande, e vogliamo ricavarne due più piccoli. Trovo un vetraio in zona e mando una email, indicando l’esigenza e chiedendo un preventivo. Mi risponde, lasciandomi il telefono, affinché faccia uno squillo. Chiamo e gli racconto brevemente, potrà essere più preciso con lo specchio tra le mani, unico elemento per poter pensare di intervenire, che lo specchio non sia montato su alcun supporto.

Dopo qualche settimana, vorrei portare lo specchio, come richiesto. Mi accorgo che lo specchio è pesante e poiché ampio, non riesco neanche a metterlo in macchina. Mi dico “Prima di sobbarcarmi la fatica, tanto vale prima chiedere se il gioco vale la candela”. Richiamo e descrivo velocemente la situazione, gli chiedo se possa convenire tagliare lo specchio “usato” o acquistarne di nuovi. Mi aspettavo che velocemente risolvesse il mio dubbio. Incosciamente era come trovarmi al cospetto di un google in carne ed ossa, che in pochi secondi rispondesse al mio bisogno di certezze, al desiderio di semplificare in conviene/non conviene. Tremo a questo pensiero, abituarmi a interazioni veloci, a risposte preconfezionate, dove si scartano tante, troppe considerazioni, perché se rifletto e so troppo, potrei non acquistare.

Nel caso specifico, non ho di fronte il computer, ma una persona viva, che conosce il mestiere. Il vetraio mi dice piccato che quanto meno dovrei fare un salto in negozio, è stanco di persone che fanno richieste via sms, che richiedono preventivi al volo. Trattengo il fiato per un paio di secondi, butto fuori. Tutto molto chiaro.

Prima che chiuda, riusciamo ad andare, nella tarda mattinata. Abbiamo modo di spiegare meglio, mostrando su carta l’esigenza. Ascolta, ci spiega che uno specchio vecchio di più di 20 anni ha di certo perso la qualità del riflesso, che potrebbe risultare in parte opaco. Nel tagliarlo e smerigliarlo potrebbe anche scheggiarsi e lui non garantirebbe. Poi prende carta e penna e fa due conti, tagliare quello in nostro possesso costa circa la metà che farli da nuovi, in ogni caso la cifra per i nuovi è accettabile. Insomma, ci muoviamo intorno ad alcuni ragionamenti, e alla fine, soppesando anchel’onere del trasporto del vecchio fino al negozio, decidiamo di prenderli nuovi.

Questo processo è stato più lungo che ordinarli via internet, ma certamente mi ha lasciato il senso di una relazione e l’apprezzamento di una professionalità.

A stare dall’altra parte, ne sarei soddisfatto.

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