Narrativa

Quando sento la parola ‘narrativa’, non posso non pensare ai tempi della scuola media, dove si faceva riferimento all’analisi di un testo letterario. Anzi, a non ricordare male, quando si aveva l’orario delle lezioni, c’era un momento nel quale si studiava ‘narrativa’.

Oggi si sente parlare anche di un fatto accaduto che assurge a ‘narrativa’ dei nostri tempi, come se un accadimento di cronaca o politica, un comportamento o una dichiarazione, divenisse una sorta di favola che racconta il presente.

Personalmente una riflessione che sempre più spesso mi capita di fare è che ciascuno, in funzione dei propri scopi, cerca di raccontare agli altri una ‘narrazione’ dei fatti che ha determinato, spesso per raccogliere meriti o dichiarare scelte, non sempre rispondenti al vero. Ecco, la ‘narrazione’ diventa una versione dei fatti, un punto di vista soggettivo, parziale, occultante, con lo scopo di portare acqua al proprio mulino, per difendersi o per acquisire un qualche vantaggio. In molti casi, la versione dei fatti contiene giudizi sugli altri e non esclusivamente fatti, o anche conclusioni, basate sulle osservazioni, che però non hanno a supporto ipotesi provate, ma solo supposizioni.

Tutti noi (io per primo) dovremmo sempre impegnarci a osservare con la giusta distanza e restituire con le parole, solo i fatti. Qualunque considerazione successiva dovrà sempre essere avvalorata da altri fatti e prove e verifiche, il resto è frutto di fantasia, appunto una storia che si vuol far passare per vera.

Lascia un commento