Wireless

Il titolo di questo libro Wireless, di Riccardo Chiaberge, è meno ammiccante di quanto possa sembrare.

È di fatto la storia della trasmissione di segnali attraverso l’etere e nel contempo la storia di Guglielmo Marconi.

Quello che non sapevo è che Guglielmo Marconi era per metà irlandese, per parte di madre, e quindi l’inglese fu una delle sue lingue, così come l’Inghilterra fu di fatto una seconda patria. Solo in età matura dovette fare una scelta e questa si incrocio sia con le sue vicende personali, ma anche con la grande storia che nel frattempo si scriveva.

È stata una lettura davvero interessante, capace di descrivere e rendere l’energia e la velocità delle scoperte nel campo della tecnica, ma anche delle inquietudine dei tempi che avrebbero poi portato alla prima e dopo alla seconda guerra mondiale.

So che leggere le biografie può sembrare un po’ fine a se stesso, ma non è questo il caso, è appassionante e soprattutto fa comprendere quanto sia giovane la tecnologia che ci circonda. E poi, restituisce l’umanità, la passione e la fatica che i grandi personaggi del nostro tempo hanno vissuto sulla loro pelle per affermare le loro idee. Certo, la parola Wireless fa venire in mente internet e il wi-fi odierno, ma alla base c’è la semplice e straordinaria idea di una trasmissione senza fili, in un’epoca dove le informazioni viaggiavano sui cavi del telegrafo, sotto al mare. E il libro mette in luce anche tutti gli sforzi che si fecero per osteggiare la cavalcata del wireless, quando in ballo c’erano davvero molti quattrini.

Per chi volesse prenderlo in prestito in biblioteca a Milano, qui il link per il prestito e le sedi dove trovarlo, ce ne sono 7 copie.

2 Comment

  1. Antonietta Storchi says: Rispondi

    Interessante, grazie! Quanto a Il segreto di Lucia Joice… ho smesso di leggerlo tanto mi irritava… personalmente mi sembra che infanghi tutti quelli che nomina, e ci prenda anche gusto. Joice ne esce a dir poco un mostro. È diffamazione non informazione!

    1. lacocio says: Rispondi

      ah caspita…e poi mi sono dimenticato, dovevo inviarti il testo su Joyce tratto da “Pazienti illustrissimi”. Spero di ricordarmelo la prossima volta 😀

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