“La Ferocia” di Nicola La Gioia l’ho trovato per caso e letto per istinto.
Senza un perché, è arrivato sul mio cumulo-comodino, e velocemente gli ho dedicato attenzione.
Sarà che, adesso mi è tornato in mente, di Nicola La Gioia mi era capitato qualche mese fa un piccolo libercolo sul cibo (Spaghetti, cozze e vongole), che nonostante tutto mi aveva fatto pensare, e poi d’istinto, il titolo era interessante.
La ferocia è un sentimento travolgente, ancestrale si direbbe, ma leggendo il libro, emerge come la ferocia, nei personaggi che via via si scoprono, è anche premeditazione e scelta. Il sentimento però , proprio perché facente parte di un retaggio arcaico di sopravvivenza, ha il sopravvento e porta a compimento un suo fine, ormai non più nelle mani di chi lo prova.
Un libro che si fa leggere, che vuoi capire dove va a parare. Cosa ne sarà di tutto questo. Mi saprete dire. Io ho amato molto l’atmosfera, il realismo, la storia, la miseria, quel barlume quasi invisibile di bellezza che si cela dentro gli esseri umani, la natura pronta a prendere il sopravvento (e meno male che lo fa, talvolta dovrebbe essere ancora più celere).
Per chi non conoscesse Nicola La Gioia, può ascoltarlo in questo passaggio video, interessante e breve, su Rai Cultura:
Come sempre, per chi bazzicasse le biblioteche milanesi, il volume si trova prestabile in molte copie, qui il link per poter eventualmente verificarne la disponibilità e richiederne il prestito
https://milano.biblioteche.it/opac/detail/view/mi:catalog:966410
e ovviamente, avendo citato anche l’altro (Spaghetti, cozze e vongole), trovate al prestito anche questo (in una sola copia però)
https://milano.biblioteche.it/opac/detail/view/mi:catalog:758408
Lo inserirei in una delle biblioteche in ogni borgo? Sì, perché chi vive nei borghi possa vivere anche la dimensione della città (in questo caso Bari, ma anche Taranto), respirare un’aria diversa, che scuote il cuore.